Cosa ci insegnano i 12 principi della chimica verde?

Dicono che la matematica sia la regina della scienza, ma la chimica è senza dubbio la sua first lady. Senza la chimica, non ci sarebbero molti eventi molto importanti nella storia dello sviluppo delle civiltà e delle culture. Grazie alla chimica abbiamo imparato, ad esempio, l'arte di ottenere la carta, e poi l'arte della stampa. Il potere delle scienze chimiche include anche la produzione di tessuti, lo sviluppo della medicina e della farmacia, l'edilizia, i trasporti, la produzione e molti altri campi. Grazie alla chimica furono create grandi opere di pittura e scultura. Senza di essa, i pensieri e le idee di scienziati, ricercatori e inventori non sopravvivrebbero. La chimica è un settore senza il quale il mondo sarebbe grigio e freddo. Ogni materia è costituita da molecole e atomi. La chimica è quindi onnipresente e ci accompagna in ogni ambito della vita, anche se ha i suoi vantaggi e svantaggi. Certi composti o processi chimici hanno indubbiamente effetti dannosi sull'ambiente e sulla salute umana. Per questo motivo, i chimici esplorano, modificano e creano costantemente nuove tecnologie basate sulle idee dello sviluppo sostenibile. Uno di questi è CHIMICA VERDE . Scopriamo quindi cos'è questo concetto e qual è il suo impatto sull'industria chimica oggi.

Pubblicato: 25-09-2020

Nel 1991, la chimica verde è stata introdotta da Paul Anastas. Uno scienziato americano che è attualmente direttore del Center for Green Chemistry and Green Engineering della Yale University. In precedenza, ha ricoperto il ruolo di consulente scientifico dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti, nonché assistente amministratore per l’agenzia di ricerca e sviluppo, per la quale è stato nominato dal presidente Barack Obama. Il suo concetto si basa su dodici principi, che implicano la progettazione e la conduzione di processi chimici al fine di ridurre l’uso e la formazione di sostanze nocive.

12 principi della chimica verde

Presentiamo ora i 12 principi della chimica verde sviluppati da Paul Anastas e John Warner.

Fig. 1 Formulazione originale dei “12 principi della chimica verde” pubblicata nell’articolo di P. Anastas e J. Warner.
  1. Prevenzione dei rifiuti – È meglio prevenire i rifiuti che trattare o ripulire i rifiuti dopo che sono stati creati.
  2. Atom Economy – I metodi sintetici dovrebbero essere progettati per massimizzare l’incorporazione di tutti i materiali utilizzati nel processo nel prodotto finale.
  3. Sintesi chimiche meno pericolose – Ove possibile, i metodi sintetici dovrebbero essere progettati per utilizzare e generare sostanze che possiedono poca o nessuna tossicità per la salute umana e l’ambiente.
  4. Progettazione di prodotti chimici più sicuri: i prodotti chimici dovrebbero essere progettati per preservare l’efficacia della funzione riducendo al contempo la tossicità.
  5. Solventi e ausiliari più sicuri – L’uso di sostanze ausiliarie (ad es. solventi, agenti di separazione, ecc.) dovrebbe essere reso superfluo ove possibile e, se usato, innocuo.
  6. Progettazione per l’efficienza energetica – I requisiti energetici dovrebbero essere riconosciuti per i loro impatti ambientali ed economici e dovrebbero essere ridotti al minimo. I metodi sintetici dovrebbero essere condotti a temperatura e pressione ambiente.
  7. Uso di materie prime rinnovabili: una materia prima o una materia prima dovrebbe essere rinnovabile piuttosto che esaurirsi ogni volta che è tecnicamente ed economicamente fattibile.
  8. Ridurre i derivati – La derivatizzazione non necessaria (uso di gruppi bloccanti, protezione/deprotezione, modifica temporanea dei processi fisici/chimici) dovrebbe essere minimizzata o evitata se possibile, poiché tali passaggi richiedono reagenti aggiuntivi e possono generare rifiuti.
  9. Catalisi – I reagenti catalitici (il più selettivi possibile) sono superiori ai reagenti stechiometrici.
  10. Design for Degradation – I prodotti chimici dovrebbero essere progettati in modo tale che al termine della loro funzione si decompongano in prodotti di degradazione innocui e non persistano nell’ambiente.
  11. Analisi in tempo reale per la prevenzione dell’inquinamento – Le metodologie analitiche devono essere ulteriormente sviluppate per consentire il monitoraggio e il controllo in tempo reale durante il processo prima della formazione di sostanze pericolose.
  12. Chimica intrinsecamente più sicura per la prevenzione degli incidenti: le sostanze e la forma di una sostanza utilizzate in un processo chimico dovrebbero essere scelte per ridurre al minimo il rischio di incidenti chimici, inclusi rilasci, esplosioni e incendi.

L’insieme dei principi presentati definisce con precisione i fondamenti della Chimica Verde. Negli anni, però, questo concetto ha assunto sempre più nuovi significati. La chimica si evolve, emergono nuove tecnologie, puntiamo su fonti rinnovabili e risparmio energetico. Il mondo sta andando avanti e la chimica verde sta diventando una priorità crescente. L’attività umana ha un enorme impatto sull’ambiente. Cambiamenti climatici, nuove specie, cambiamenti nella qualità dell’aria sono solo alcuni degli effetti evidenti. Ecco perché è così importante che l’industria ricordi anche gli aspetti ambientali, persegua obiettivi sostenibili e li integri nelle sue strategie di business.

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Fonti:
  1. Robert J. Lempert i inni, Next Generation Environmental Technologies: Benefits and Barriers
  2. http://www2.epa.gov/green-chemistry/basics-green-chemistry
  3. https://www.acs.org/greenchemistry/what-is-green-chemistry.html
  4. https://www.acs.org/greenchemistry/principles/12-principles-of-green-chemistry.html

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